Palazzo del Governatorato, Palazzo delle Poste, Colonia Marina Vittorio Emanuele III – gli architetti Angiolo Mazzoni, Vincenzo Fasolo, Marcello Piacentini
Dove: Appuntamento in Piazza della Stazione Vecchia, presso la sede del Municipio X – Palazzo del Governatorato
Sito web: www.sovraintendenzaroma.it
Info e prenotazioni: 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 21.00
Descrizione e svolgimento del percorso:
il percorso diviso in due parti ciascuna di 90 minuti per la complessità e la distanza degli edifici da visitare, propone alcuni esempi significativi di architettura compresi nel periodo che va dal 1916 al 1950, con l’intento di focalizzare la trasformazione di Ostia che da Porto di Roma – funzione ricoperta sin dall’antichità – assume un’identità urbanistica autonoma. A partire infatti dal Piano Regolatore del 1910, con le costruzioni prima della Ferrovia Roma-Ostia inaugurata nel 1924 e della Via del Mare nel 1928, Ostia diventa sempre più una città, con i suoi viali, le sue piazze e gli stabilimenti frequentati dall’aristocrazia e dalla ricca borghesia dell’epoca. Adalberto Libera, Marcello Piacentini, Vincenzo Fasolo, Luigi Moretti sono solo alcuni fra i maggiori architetti che contribuirono nella prima metà del secolo scorso alla nuova definizione urbanistica di Ostia.
Palazzo del Governatorato
L’edificio progettato tra il 1924 e il 1926 da Vincenzo Fasolo per ospitare la sede del Governatorato di Ostia è attualmente la sede del Municipio Roma X. La struttura in tufo si compone di tre corpi di fabbrica e di una torre angolare decorata con altorilievi raffiguranti simboli e trofei d’armi. Sia l’interno che l’esterno sono decorati con graffiti policromi di Umberto Calzolari. Il palazzo denuncia il gusto eclettico del progettista, con elementi desunti dall’architettura medievale e rinascimentale.
Palazzo della Posta
Esempio di nuova architettura, il progetto risalente al 1934 si deve all’architetto Angiolo Mazzoni. L’edificio è a pianta tripartita che assembla tre diversi linguaggi architettonici; il corpo centrale con il grande portico circolare con una distribuzione funzionale degli spazi di matrice razionalista, si sviluppa intorno ad una vasca ad impluvium, con una scultura al centro di Napoleone Martinuzzi. L’edificio è stato oggetto di un recente intervento di ristrutturazione terminato nel 1997, che ha cercato di ripristinare, seppure non integralmente, le linee originali e la decorazione in mosaici ceramici degli interni alterate nel dopoguerra.
Colonia Marina Vittorio Emanuele III
L’Associazione fra i Cultori di Architettura progettò una sorta di “città giardino”. Il primo provvedimento preso in tal senso fu lo spianamento del primo cordone relativo alle dune per ottenere una fascia pianeggiante parallela alla spiaggia sulla quale creare il lungomare. La Colonia marina Vittorio Emanuele fu realizzata tra il 1927 e il 1932 dalla Ripartizione V Lavori Pubblici del Governatorato su progetto di Vincenzo Fasolo in sostituzione dell’Ospizio marino progettato nel 1920 da Marcello Piacentini (poi demolito), per fornire l’adeguata assistenza sanitaria ai bambini di età compresa fra i 5 e i 12 anni predisposti alla tubercolosi. Nel luglio del 1929 furono inaugurati i primi due padiglioni per complessivi 80 posti letto, mentre l’inaugurazione ufficiale avvenne il 24 Gennaio del 1932. Il complesso, inalterato nella sua struttura originaria, è costituito da due fabbricati contigui a quattro piani: uno ad est a pianta rettangolare con ingresso angolare preceduto da giardino, chiostro interno e chiesa e uno ad ovest composto da un edificio rettangolare parallelo all’attuale lungomare Toscanelli. Sul retro del complesso trovava posto un ampio parco di oltre 6000 mq di terreno.
Durata: 90 minuti
Finalità didattica: focalizzare l’attenzione sulle vicende urbanistiche di Ostia, in particolare durante il ventennio fascista. Conoscere attraverso le trasformazioni successive, l’evoluzione urbanistica di uno spazio chiamato a risolvere in tempi rapidi la contraddizione di una doppia vocazione: residenziale e turistico-ricreativa. Comprendere la nuova forma della città che si sviluppò attraverso modelli di espressione e consenso al regime.