Dove: Area verde via Raffaele Persichetti (Porta San Paolo, lato ingresso museo)
Sito web: www.sovraintendenzaroma.it
Info e prenotazioni: 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
Descrizione e svolgimento del percorso
L’itinerario si snoda per quelli che sono i punti simbolo della città e della memoria storica del 1943 – 1944. Il percorso si apre su piazzale Ostiense, dove ebbero luogo i combattimenti per la liberazione di Roma dall’occupazione nazi fascista, proseguendo per il Tevere, sino a giungere al Ghetto. Su via Ostiense e nel vicino parco della Resistenza tra viale Aventino, via Marmorata e via Gelsomini, si trovano molteplici monumenti e lapidi dedicate a partigiani, gente del popolo e militari. Piazzale Ostiense nei primi decenni del XX secolo era anche centro nevralgico della realtà industriale della città, servita dalla linea ferroviaria Roma – Ostia.
L’itinerario toccherà le seguenti tappe:
-Le mura Aureliane, edificate nel III secolo d.C., sulle cui strutture hanno trovato collocazione, in momenti diversi, le numerose lapidi che commemorarono la Resistenza, sottolineando la partecipazione anche delle donne e degli alleati. Le stesse mura portano anche il segno vistoso di un bombardamento del 1944 che ha procurato il crollo della porzione lungo l’attuale via Raffaele Persichetti.
-Una colonna spezzata e una stele, presso la porta lungo via Persichetti, si elevano sul piazzale, mentre una installazione più recente, realizzata nel 1995 ricorda le vittime oggetto di persecuzione nei campi di concentramento nazisti.
-Il Cimitero acattolico, che dal XVIII secolo accoglie le spoglie di persone non cattoliche, tra le quali importanti poeti inglesi, tra cui Shelley, e le ceneri di Antonio Gramsci. La Porta Ostiense conserva al suo interno ancora il vecchio edificio del dazio e un’interessante edicola sacra del XVI secolo con la figura di S. Pietro.
-Il viale Aventino, risistemato nei primi decenni del ‘900, congiungeva la porta con la zona del Circo Massimo, mentre all’inizio di via Marmorata, già tra il 1933 ed il 1935 era stato edificato il palazzo delle Poste, interessantissimo esempio di architettura razionalista progettato da Adalberto Libera e Mario De Renzi. Sul retro viene sistemata l’area verde che prende il nome di
“Parco della Resistenza dell’8 settembre”.
-Percorrendo Lungotevere Aventino, realizzato negli anni ’20 del Novecento, si raggiunge piazza della Bocca della Verità, risultato di un esteso sventramento di epoca fascista per isolare i templi antichi di Portuno e di Ercole Vincitore.
-L’area archeologica del Teatro di Marcello e del Portico D’Ottavia, risultato anch’essa dello sventramento realizzato a partire dal 1926. La via, creatasi sin dall’alto medioevo lungo il colonnato del Portico D’Ottavia, ha costituito per secoli il limite esterno dell’antico Ghetto ebraico di Roma. Quest’ultimo fu istituito da papa Paolo IV nel 1555: in questa area della città in cui già a partire dal XII secolo si era concentrata gran parte della comunità ebraica;delimitato da mura e porte, divenne residenza obbligata per gli ebrei romani. Il consistente addensamento edilizio protrattosi nei secoli con gravi conseguenze di sovraffollamento e degrado, nonostante il Ghetto fosse stato definitivamente aperto da Pio IX nel 1848, determinarono con l’avvento di Roma Capitale la decisione della sua completa demolizione, avvenuta nel 1888.
Sulla sua area sono sorti quattro grandi isolati, uno dei quali occupato dalla Sinagoga Maggiore. Successivamente, la promulgazione delle leggi razziali e, quindi, gli eventi bellici e l’occupazione tedesca hanno reso l’area del ghetto testimone dei più tragici atti di violenza e deportazione nei confronti degli ebrei romani. Ne restano testimonianze in alcune lapidi che ricordano in particolare il rastrellamento del 16 ottobre del 1943, poste sulla Casina dei Vallati, l’intitolazione della piazza di fronte ai propilei del Portico D’Ottavia, la lapide a memoria dello sterminio nei campi di concentramento della famiglia di Settimo Calò e in via del Tempio, il ricordo degli allievi delle scuole ebraiche che subirono il medesimo destino. La memoria del rastrellamento e della deportazione degli ebrei romani si concretizza soprattutto grazie alla collocazione, nei luoghi ove questi hanno vissuto, delle pietre d’inciampo, progetto nato a Colonia nel 1995, voluto dall’artista tedesco Gunter Demning. Grazie a questo progetto a Roma, a partire dal 2010, sono state posizionate in tutta la città, ma soprattutto nelle strade del Ghetto, 206 pietre d’inciampo (Stolpersteine) in memoria di deportati razziali e politici. L’itinerario quindi proseguirà lungo le strade del Ghetto soffermandosi davanti ad alcune di queste pietre e narrando le storie delle persone cui sono dedicate.
Durata: 180 minuti
Finalità didattiche
Il percorso si svolge attraverso luoghi e spazi della città rimasti sostanzialmente immutati rispetto al periodo storico preso in esame.
L’obiettivo è quello di raccontare, servendosi di testimonianze epigrafiche, elementi monumentali, osservazioni del paesaggio urbano e interventi artistici contemporanei, un momento cruciale della storia del XX secolo. Partendo dall’analisi dei segni della memoria presenti nel percorso, si potrà approfondire la conoscenza e stimolare la riflessione sul particolare momento storico. La trattazione dei singoli avvenimenti, accaduti tra l’8 settembre ’43 e i primi mesi del ’44, sarà basata sulla restituzione di un palinsesto di testimonianze storiche, orali e memorie.