Dove:
Piazzale Numa Pompilio
Chiesa dei SS. Nereo e Achilleo
Chiesa di S. Sisto Vecchio
Sepolcro degli Scipioni
Colombario Augusteo
Arco di Druso
Mura Aureliane
Museo delle Mura a Porta San Sebastiano
Sepolcro di Orazio
Tomba di Geta
Sepolcro di Priscilla
Chiesa del Domine Quo Vadis
Basilica di S. Sebastiano
Monumento ai Martiri delle Fosse Ardeatine
Appuntamento: piazzale Numa Pompilio, inizio via di Porta San Sebastiano
Sito web: www.sovraintendenzaroma.it
Info e prenotazioni: 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
Descrizione e svolgimento del percorso
L’itinerario è legato a quello parallelo sulla via Ostiense. Si tratta di due “puntate” alla scoperta della nostra città e delle trasformazioni determinate dal diffondersi della religione cristiana nell’Impero, che contribuiranno a modificare definitivamente l’immagine della città. L’affermarsi della consuetudine di recarsi presso le tombe dei martiri e il culto ad essi dedicato, rappresentano uno degli elementi decisivi per la formazione e l’edificazione delle prime basiliche suburbane: i percorsi di uscita dalla città, il cui paesaggio era scandito da sepolcri e monumenti funerari a partire dall’età repubblicana, si trasformano così progressivamente nelle “vie dei martiri”, integrando con nuovi elementi l’aspetto del territorio suburbano. Le stesse mura, che con alterne vicende resistono a ripetuti tentativi di invasione, acquistano una nuova permeabilità, le porte, passaggio verso i nuovi luoghi di culto, traggono da essi una nuova denominazione (Porta Appia/Porta S. Sebastiano; porta Ostiense/Porta S. Paolo).
Questa “puntata” inizia con l’inquadramento storico-topografico dell’antica via consolare e con l’illustrazione del paesaggio che essa ha progressivamente generato ai suoi lati, sia nel tratto urbano che in quello esterno alle mura, nel primo e nel secondo miglio. Il percorso inizia dalla valle del Circo Massimo e dalla Passeggiata Archeologica, dove si concentrano le testimonianze di queste trasformazioni: gli imponenti resti delle terme di Caracalla, utilizzate dopo il VI secolo anche come luogo di accoglienza dei pellegrini, la Chiesa dei SS. Nereo e Achilleo, due militari convertiti e martiri della fede che qui trovarono degna sepoltura, e la chiesa di S. Sisto Vecchio, dedicata alla memoria di un papa martire ucciso durante la terribile persecuzione di Valeriano nel 258. Al centro dell’attuale Piazza Numa Pompilio, un’edicola medievale a torretta circolare con tre nicchie, databile all’XI/XII secolo, sorge probabilmente sul luogo di un più antico compitum, un’edicola dedicata ai Lari compitali, divinità protettrici dei luoghi e dei viandanti. L’utilizzo della strada nella Roma pagana è ben esemplificato dal sepolcro degli Scipioni, rappresentativo di una fase in cui l’Appia era il luogo prescelto per i monumenti funerari delle famiglie più importanti di Roma, ai quali si aggiungeranno, con il passare del tempo, anche le più economiche sepolture delle classi meno abbienti, i colombari. Analogamente, la Porta Appia, che segna l’ingresso della via al momento della costruzione delle mura Aureliane, baluardo difensivo del settore meridionale della città, assume progressivamente il nome di porta San Sebastiano, diventando l’accesso principale per raggiungere le catacombe del martire. La sosta al Museo delle Mura, ospitato all’interno, rappresenta l’occasione per ripercorrere la millenaria storia delle mura urbane e della difesa della città. Poche centinaia di metri oltre, tra i resti dei sepolcri di età imperiale (Tomba di Geta; Sepolcro di Priscilla), si trova la cappella del Domine Quo Vadis?, legata all’episodio leggendario dell’apparizione di Cristo all’apostolo Pietro e al suo ritorno in città per il martirio, che conserva anche memorie di ex-voto pagani. Alla memoria di San Pietro e a San Paolo si lega anche l’edificazione della basilica di San Sebastiano (Basilica Apostolorum), sorta nel luogo delle sepolture “ad catacumbas” (ossia “presso le cavità”) dove per un periodo furono traslate le spoglie dei due apostoli dal Vaticano e dall’Ostiense. L’itinerario si conclude davanti al monumento funerario dei martiri del nostro tempo, eretto nel luogo dell’esecuzione e dell’occultamento dei 335 civili e militari italiani fucilati a Roma il 24 marzo 1944 dalle truppe di occupazione dell’esercito nazista (le Fosse Ardeatine, all’incrocio tra la via Appia e la via Ardeatina).
Durata: 180 minuti
Finalità didattica
La visita intende ampliare la conoscenza della storia della città indagando un periodo di grandi trasformazioni sociali, culturali, demografiche, e intende far riflettere sul forte impatto che la diffusione progressiva dell’ideologia cristiana ebbe sull’immagine stessa della città, modificandola profondamente e definitivamente. L’itinerario, strutturato lungo un percorso lineare, si propone, inoltre, di individuare e favorire il riconoscimento della persistenza di determinate funzioni urbane e destinazioni d’uso civile nonostante le profonde trasformazioni culturali. La visita è l’occasione, inoltre, per approfondire ed attualizzare il tema del martirio, attraverso il ricordo di quanti, testimoni di momenti decisivi della storia, ne sono diventati il riferimento emblematico.