Dove: Porticus Aemilia, Monte Testaccio
Appuntamento: via Rubattino angolo con Piazza Santa Maria Liberatrice
Sito web: www.sovraintendenza.it
Info e prenotazioni: 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
Destinatari: SCUOLA SECONDARIA I e II
Inglobate nei palazzi del popolare quartiere di Testaccio le strutture superstiti della Porticus Aemilia, imponente opera di architettura civile legata al nome della gens Aemilia, dispiegano la loro presenza tra le vie Rubattino e Franklin. Il quartiere mantiene inalterata la sua vocazione di quartiere commerciale e mercantile, legata sin da epoca romana alla presenza del Tevere, lungo il quale risalivano le navi per lo scarico delle merci. Proprio a questo importante ruolo giocato dal fiume si lega il destino della pianura compresa tra il Tevere e il colle Aventino. Nel corso dell’età repubblicana (III sec. a.C.), l’abbandono del primitivo porto della città, ubicato nella zona del foro Boario (piazza Bocca della Verità), portò alla creazione di un nuovo porto fluviale in quest’area (inizi del II sec. a.C.). Sorse così nella pianura l’Emporium, un vero e proprio quartiere commerciale e di stoccaggio delle merci, come ci testimoniano i resti monumentali ancora visibili, quali la Porticus Aemilia e altri magazzini. Tali resti offrono un’idea, seppur parziale, della grandiosità dell’edificio, che parallelo al Tevere, era simile nell’aspetto ad un enorme capannone digradante verso il fiume.
L’itinerario prosegue con l’ascesa al “Monte dei Cocci” collocato nel cuore dell’odierno Testaccio. Il Monte, collina artificiale alta 54 m e della circonferenza di 1 km ca., è il risultato dell’attività svolta nei magazzini dell’Emporium, nel corso di almeno tre secoli (I-III sec. d.C.). Le modalità di formazione di questo monte artificiale, prevalentemente formato da frammenti di anfore contenenti olio e provenienti dalla Spagna e dall’Africa mediterranea, sono di grande interesse per il metodo utilizzato: progressive scarriolate di anfore ridotte in frammenti (testae) depositate attraverso una rampa e degli stradelli, che nel corso dei secoli hanno dato origine a un monte laddove un tempo vi era una pianura.
Durata: 180 minuti
Finalità didattica
L’itinerario consente di approcciare lo stesso argomento delle modifiche del paesaggio urbano per addizione e non per sottrazione: laddove c’era una pianura ora c’è un monte (Monte Testaccio). Nonostante i suoi continui riusi, rifunzionalizzazioni, succedutesi nel corso dei secoli, anche questo “monte” entra prepotente nella costruzione di una nuova immagine della città.
La visita è l’occasione, dunque, per riflettere e ripensare monumenti e aree conosciute da un peculiare punto di vista: abituandoci a immaginare i luoghi oggi “familiari”, come luoghi “differenti”, riflettendo sui meccanismi della trasformazione.
NB: si avverte, per opportuna conoscenza, che le caratteristiche architettoniche del sito archeologico rendono il percorso non adatto alle persone con disabilità motoria.