Dove: sulla piattaforma Google Suite
A cura di: Musei Capitolini, Museo di Casal de’ Pazzi, Museo Civico di Zoologia
Info e prenotazioni: 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
Destinatari: Scuola secondaria I e II
Descrizione e svolgimento del percorso
Il tema delle migrazioni è di grande attualità e parte dalla considerazione che tutti gli esseri viventi si muovono da un luogo ad un altro del pianeta, almeno in un periodo della loro vita. La città di Roma, da sempre luogo strategico di incontro dei popoli del Mediterraneo, fin dalle sue origini mitiche assume una connotazione di comunità multietnica, come le più recenti ricerche sul DNA dei Romani stanno confermando a sostegno delle fonti archeologiche e letterarie. I Musei Capitolini conservano una preziosa documentazione relativa alla presenza a Roma, tra età arcaica e imperiale, di popoli diversi. In particolare le iscrizioni costituiscono una testimonianza diretta di immigrati appartenuti alla gente comune e forniscono indizi preziosi circa la “mobilità”: Chi si spostava? Perché? Per quanto tempo? Con quali modalità?
L’epigrafia restituisce l’immagine di una città in cui si parlavano lingue diverse e si pregavano, oltre a quelle locali, differenti divinità. L’assimilazione e l’integrazione delle popolazioni di volta in volta assoggettate attraverso vari strumenti (tra i quali la concessione della cittadinanza), e la capacità dei Romani di assorbire dai “popoli altri” gli elementi di differenza (si pensi ai culti stranieri, in primis orientali), furono la chiave del successo e della durata nel tempo dell’Impero Romano. Soltanto alla luce di questo continuo scambio è possibile definire il concetto, complesso e dinamico, di “straniero”, approfondito nell’incontro attraverso il video sulla statua del Galata (L’altro). Animale per eccellenza il genere Homo è soggetto alle leggi naturali: le carestie, i cambiamenti climatici, i cataclismi hanno per molto tempo spinto l’uomo preistorico ad esplorare nuove terre e continenti uscendo dalla “culla dell’Umanità”, l’Africa. Attraverso un lungo cammino, durato oltre due milioni di anni – dalle australopitecine (Lucy) a Homo sapiens – l’uomo ha esplorato dapprima Asia ed Europa, seguendo le migrazioni degli animali in ambienti sub tropicali. Contraddistinto anche da un bagaglio culturale, sempre maggiore, Homo è stato in grado di affrontare grandi sfide e spostamenti in terre più fredde e ostili. Saranno proprio i neanderthaliani a specializzarsi, adattandosi a climi glaciali, diffondendo la loro cultura in tutta l’Europa – tra i Monti Urali e il Vicino Oriente -. È probabilmente in questi ultimi luoghi che incontrerà la nostra specie Homo sapiens che, ancora una volta, proviene dall’Africa. Lo scontro – incontro tra questi ominidi, Neanderthal bianchi tarchiati e forti, Sapiens neri, longilinei e assolutamente nuovi ha stuzzicato fantasia, letteratura e filmografia. Ancora oggi non esiste una sola teoria su cosa sia successo dal punto di vista sociale e perché intorno ai 40.000 anni sulla terra rimanemmo gli unici sopravvissuti. Le migrazioni interessano anche molti gruppi zoologici, dagli uccelli agli insetti. A differenza di quelle umane, le migrazioni degli animali sono di andata e ritorno, ma le cause che determinano questi spostamenti sono dettati, come nell’Uomo, da ragioni di sopravvivenza degli individui di una data specie.
Il Museo civico di Zoologia, con le sue notevoli collezioni ornitologiche ed entomologiche, rappresenta un contesto ideale per analizzare questo fenomeno. Capire quali strategie adattative gli animali adottino per migrare, quanto queste siano legate all’ereditarietà e quantoinvece sia dovuto alla loro capacità di rispondere agli stimoli ambientali, è non solo affascinante ma permette di aprire una finestra sull’evoluzione biologica. È prevista una seconda fase di restituzione, da concordare tra i docenti e l’operatore e da prenotare dopo un mese circa dall’incontro, per creare una continuità di dialogo che dia l’opportunità ai ragazzi di essere protagonisti attraverso il lavoro da loro sviluppato, sulle tematiche proposte.
Durata: 50 minuti
Finalità didattica
Il progetto di carattere sperimentale è il risultato del lavoro svolto in maniera trasversale da un’équipe multidisciplinare formata da Curatori di differente formazione scientifica (archeologi, zoologi, storici dell’arte, ecc.) e intende perseguire i seguenti obiettivi:
– stimolare la curiosità e la riflessione dei ragazzi sul tema delle migrazioni in modo innovativo con l’utilizzo di tecnologie multimediali;
– sottoporre all’attenzione degli studenti, attraverso una narrazione diretta ed immediata, e con l’ausilio di opere o reperti custoditi nei Musei Civici di Roma, il concetto del cambiamento e del dinamismo come tipico degli esseri viventi che dai tempi della Preistoria si spostano da un luogo all’altro, almeno in un periodo della loro esistenza, con diverse motivazioni (legate alla sopravvivenza della specie, o anche, per gli esseri umani, ad una migliore qualità della vita);
– contribuire alla formazione del giudizio critico e dell’autonomia di pensiero nelle nuove generazioni, proponendo un metodo interattivo che vede nel discente un “attore” e non un ripetitore, recettore passivo di nozioni preparate da altri;
– contribuire alla conoscenza del patrimonio culturale romano e delle collezioni museali della città attraverso un primo approccio virtuale che si auspica possa essere a breve completato ed approfondito da visite guidate nei luoghi sinteticamente presentati nella lezione virtuale;
– nel contempo favorire quella familiarità con il medesimo patrimonio che dovrebbe fare dei ragazzi dei visitatori abituali del museo, come luogo di conoscenza e fonte di benessere per tutta la vita;
– fornire ai docenti un ventaglio di argomenti e spunti tematici eterogenei, ma collegati da uno stesso fil rouge, da approfondire ulteriormente in classe e/o individualmente ,anche in relazione alla programmazione didattica annuale, con l’ausilio della bibliografia e sitografia indicata a fine lezione;
– far riflettere ed interrogare i ragazzi per favorire la formazione di una coscienza tollerante, accogliente e priva di pregiudizi, fornendo contemporaneamente al docente uno spunto di educazione alla cittadinanza attraverso la discussione sul tema delle migrazioni, che dalle origini dell’Umanità hanno portato allo sviluppo della nostra società, dell’“altro” o dello straniero nel mondo antico;
– offrire un’esperienza diversa di apprendimento, nell’ambito dell’educazione “non formale”, ovvero in un contesto e con modalità differenti da quelle della consueta didattica scolastica,per favorire lo sviluppo personale, sociale e professionale degli studenti, motivandoli a creare percorsi autonomi di ricerca e comunicazione delle conoscenze apprese.
NB: considerata l’interdisciplinarietà del progetto si consiglia di far seguire gli studenti da un’équipe di docenti di diverse materie.