Dove: Musei Capitolini, Palazzo dei Conservatori
Indirizzo: piazza del Campidoglio
Sito Web: www.museicapitolini.org
Info e prenotazioni: 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
Descrizione e svolgimento del percorso*
L’itinerario inizia dalla Sala del Medioevo. Dopo una breve introduzione sulla definizione e la nascita del ritratto nell’arte verrà illustrata la statua onoraria di Carlo d’Angiò, Senatore di Roma. Realizzata nella seconda metà del Duecento da Arnolfo di Cambio e proveniente dalla Chiesa dell’Aracoeli, la scultura combina caratteri della statuaria celebrativa e aspetti più realistici (esaltati da una ricca policromia originaria), e costituisce un importante esempio di riscoperta del ritratto antico nel Medioevo, dopo la produzione scultorea coeva a Federico II di Svevia. Passando successivamente nel Salone degli Orazi e Curiazi, il discorso si focalizzerà sul tema del ritratto celebrativo in età barocca (1630/1640), attraverso la lettura dei due monumenti ai Papi del periodo, Urbano VIII Barberini (statua in marmo di Gianlorenzo Bernini e aiuti) e Innocenzo X Pamphili (statua in bronzo di Alessandro Algardi). Infine, salendo nella pinacoteca, si potranno conoscere i principali ritratti e autoritratti del Cinquecento e Seicento; i simboli nascosti negli oggetti che figurano accanto al soggetto (attributi); le diverse occasioni che li originarono, le committenze, laiche ed ecclesiastiche; e infine il modo di rappresentazione, più o meno oggettivo, tipico dell’autore. Tra i molti ritratti presenti si illustreranno in particolare le pregevoli opere di artisti italiani e stranieri del Cinquecento e Seicento: Lorenzo Lotto, Girolamo Savoldo, Pietro da Cortona, Anton Van Dyck, Bartolomeo Passerotti, Giovanni Bellini, Diego Velàzquez, Pierre Subleyras.
*non sarà ammessa più di una classe a visita
Durata: 90 minuti
Finalità didattica
Offrire un approccio d’insieme al Palazzo dei Conservatori. Far conoscere il genere artistico del ritratto in scultura e pittura. Insegnare a leggere l’iconografia di un’opera, apportatrice di
significati profondi sull’identità, attraverso la decodificazione di oggetti simbolici. Distinguere una rappresentazione naturalistica da una celebrativa, facendo attenzione anche al diverso taglio spaziale e alla differente resa cromatica dell’opera.