Dove: Centrale Montemartini
Indirizzo: via Ostiense, 106
Sito Web: www.centralemontemartini.org
Info e prenotazioni: 060608 tutti i giorni dalle 9.00 alle 19.00
Descrizione e svolgimento del percorso
• Piazzale esterno davanti all’ingresso del Museo
Storia della Centrale termoelettrica dedicata a Giovanni Montemartini, primo impianto pubblico di Roma per la produzione di energia elettrica che, agli inizi del ‘900, consentì di illuminare Piazza del Popolo e molte strade del centro storico e del quartiere Prati. Monumentalità dell’edificio e della facciata che prospettava non direttamente sull’Ostiense, ma di fronte alla Centrale della Società anglo – romana, impianto privato di illuminazione della città con il gas. Lampioni artistici di Duilio Cambellotti.
• Sala Colonne
Panoramica sull’Ostiense e sugli impianti produttivi sorti sul Tevere. Pianta del complesso produttivo della Centrale Montemartini nel 1933. L’immagine storica dell’edificio pompe sul Tevere è lo spunto per accennare al sistema di produzione della Centrale elettrica (pompaggio acqua del Tevere, caldaie-vapore, turbine-energia elettrica). Esame di alcuni macchinari: centrifughe, bombole ad aria compressa, compressore ecc.
La Centrale è oggi un Museo articolato secondo un doppio percorso: archeologia classica e archeologia industriale, come preannuncia la statua di Venere collocata all’ingresso, davanti al condensatore. Le Sale della ex centrale elettrica e i temi del percorso archeologico. Visita della Sala Colonne: descrizione dell’ambiente industriale, con le tramogge sul soffitto che evidenziano il collegamento con il funzionamento delle caldaie che si trovavano al piano superiore. Le sculture e le antichità di Roma repubblicana e la saletta dedicata al corredo funerario di Crepereia Tryphaena, recentemente inaugurata.
• La Sala del treno di Pio IX
Illustrazione della storia della ex Sala Caldaie n. 2 della centrale termoelettrica che, recentemente inaugurata a seguito di un complesso lavoro di restauro, ospita al suo interno tre carrozze del treno di Papa Pio IX, già conservate nel Museo di Roma di Palazzo Braschi. Per quanto riguarda le attrezzature industriali originarie della sala, si conservano: il carroponte e un serbatoio della nafta per l’alimentazione delle caldaie.
• Sala Macchine
I due enormi motori diesel della ditta Franco Tosi sono installati in un salone elegantissimo, dove “si fabbricava la luce”, una delle invenzioni che hanno rivoluzionato la vita dell’uomo moderno. I raffinati arredi della Sala: il mosaico pavimentale, i lampioni di ghisa blu, la decorazione parietale a finto marmo. Per quanto riguarda la parte archeologica, le statue di marmo degli Dei accompagnano il percorso del visitatore fino alla ricostruzione del frontone del Tempio di Apollo Sosiano, un complesso di sculture greche di età classica raffiguranti un combattimento fra Greci e Amazzoni. Sul retro del frontone è ricostruita la decorazione della cella del Tempio. Spettacolare anche la statua di culto della Dea Fortuna, una scultura gigantesca costruita a pezzi: la testa, il braccio e i piedi in marmo erano in origine assemblati su una enorme impalcatura in legno. Allo stesso periodo appartengono altre teste colossali di divinità provenienti da edifici di culto del Campidoglio.
• Sala Caldaie
La grande caldaia del 1950, alimentata a carbone, che produceva il vapore necessario per il movimento delle turbine. Il tema archeologico principale della sala è quello relativo alla sfera privata dell’antica Roma, attraverso la ricostruzione dell’apparato decorativo di grandiose ville aristocratiche e di ricche domus, in un arco cronologico compreso tra l’età augustea e la tarda età imperiale.
Assumono particolare evidenza:
– l’apparato decorativo degli Horti Sallustiani, la grande villa appartenuta a Cesare, poi allo storico Sallustio e infine confluita nel demanio privato dell’imperatore, che sorgeva nell’area corrispondente alle pendici del Pincio e del Quirinale.
– Il grandioso mosaico degli Horti Liciniani, rinvenuto presso la Chiesa di S. Bibiana, con scene di cattura di animali selvatici da destinare vivi ai giochi del circo.
– La preziosa statua di Marsia in marmo violaceo, rinvenuta durante scavi recenti effettuati nella Villa delle Vignacce.
– Un raffinato mosaico policromo con raffigurazione del Ratto di Proserpina, proveniente da una tomba di età imperiale, recentemente collocato in esposizione.
Durata: 90 minuti
Finalità didattica
Conoscenza dei criteri di riqualificazione e restauro monumentale applicato ad impianti di archeologia industriale, anche in relazione al quartiere circostante. Confronti con esempi analoghi, anche a livello internazionale. Esame di alcuni problemi di museografia.